11.11.11.

 

 Oggi è l’undici novembre 2011 e ho festeggiato in famiglia il trentasettesimo anniversario di Matrimonio. Nel tardo pomeriggio, poiché  era passato del tempo dall’ultima visita ai defunti, mi sono recato al Cimitero di Battipaglia dove sono sepolte la maggior parte delle persone care. Mi son attardato per rievocare i momenti vissuti assieme a ciascuno di esse e per recitare una preghiera di suffragio.

Grandi o piccole, belle o spoglie, le tombe sono tutte ugualmente fredde e tetre. Ciò che le rende differenti, alla fine, sono le foto, che con il trascorrere del tempo sembrano appartenere tutte alla stessa epoca indefinita, e soprattutto le iscrizioni: alcune sono belle, toccanti e originali; altre altisonanti e vuote, fatte apporre da parenti che avevano bisogno di farsi perdonare con frasi ipocrite l’indifferenza mostrata in vita verso il defunto. Tutta la storia di questo mondo è racchiusa nei cimiteri noti e ignoti sparsi per terra, mare e cielo.

I tempi dell’infanzia e della gioventù vissuti a Battipaglia dal 1950 al 1962 sono stati troppo belli: struggenti e pieni di affetto sono i ricordi che si affacciano alla mente man mano che percorro i viali del cimitero.

Le foto di mamma Raffaela e papà Stefano: quanti sacrifici fecero per darci un futuro migliore di quanto non fosse stata la loro vita! Letteralmente si tolsero il pane di bocca per noi figli. Matteuccio: il mio fratellino morto ustionato nel 1946, a soli nove anni, per l’incendio dello studio fotografico dei miei genitori. Il rogo fu provocato dal magnesio, sostanza altamente infiammabile, che all’epoca veniva usato per produrre il lampo dei flash, indispensabile nelle istantanee al chiuso. Io sono nato tre anni dopo la sua morte ma ricordo ancora le tante volte che con mamma si andava al cimitero a cambiare i fiori e a dire una preghiera sulla sua tomba: erano passati più di dieci anni! Mio fratello Enzo cui volevo un gran bene. Quanto soffrii quando cominciò a non star più bene. Mia sorella Angela, la primogenita: quanta voglia di vivere aveva. E come le furono rubate in un sol colpo gioventù e bellezza! Era per me come una seconda madre. Mio suocero Antonio, mio cognato Angelo, zio Ernesto e la moglie, zia Nunziatina e il marito Vito, morto senza avere una tomba: scomparso senza che se ne sapesse più nulla. Zia Vita e il marito e i tanti altri parenti, amici e conoscenti: il maestro Nicola Carrozzo, Paolo Rocca, Vittorio Pasquarelli, Bruno Lo Conte e tanti, tanti altri che mi è impossibile elencare uno ad uno. Tutti, tutti vivi nel mio ricordo! 

S’è fatto buio senza che me ne fossi accorto. Non vedo più nessuno. Mi avvio verso il cancello d’uscita: è chiuso! Possibile che non abbia sentito nemmeno la campanella di preavviso!

Non mi rimane che avvertire con il cellulare che sono rimasto chiuso all’interno del Cimitero. Alla mia età non è prudente cercare di scavalcare l’alta recinzione. E poi, in questo o in qualche altro Cimitero sparso per il mondo alla fine mi ci porteranno: è bene che cominci ad abituarmi.

Telefono a mia moglie e le chiedo di avvisare qualcuno. La avverto che nel frattempo mi andrò a ricoverare nella Cappella per ripararmi dal freddo.

Mentre sono lì in silenziosa attesa, seduto davanti all’altare, mi sento preso da un torpore e mi distendo sulla panca usando il cappello per cuscino. Mi addormento; o, perlomeno, mi sembra di dormire. A un certo punto comincio ad udire come un lieve fruscìo. Mi guardo intorno ma non vedo niente, tuttavia la sensazione rimane.

Percepisco la presenza di qualcosa, di qualcuno. Cerco di rannicchiarmi nel tentativo di scomparire o non essere visto. Sento concitazione, esseri che discutono animatamente: alcuni sono convinti di vedere una specie di luce in lontananza, che altri non riescono a vedere. Io mi sento confuso e smarrito.

Mentre istintivamente penso a mia madre, mi si avvicina un’entità che mi rassicura.

“Chi sei?”, chiedo.

         L’angelo Raffaela.

         Non Raffaele?

         Nell’aldilà non esistono nomi e nemmeno sessi. E’ solo per consentire a voi esseri umani di comprendere, che ci presentiamo con un’immagine percepibile e con dei nomi. Chiamami Raffaela, come tua madre. Mi ha chiesto lei di venire in tuo soccorso.

         Chi sono questi che discutono? Cos’è questo subbuglio?

         Sono le anime dei defunti. Gli esseri umani, una volta morti, vivranno ciò in cui hanno creduto. Alcuni vivranno le aspirazioni e i desideri più elevati del loro spirito; altri la negazione della vita ultraterrena. Per quelli che non hanno creduto nell’aldilà, rimanendo senza speranza alcuna, non ci sarà alcun aldilà. Essi non vedono e non percepiscono niente e rimarranno per sempre in questa loro condizione: hanno scelto autonomamente di escludersi dal Paradiso. Non vi parteciperanno mai! Quando erano sulla terra, hanno avuto diverse opportunità per credere all’esistenza della vita eterna e, d’altronde, non sarebbe loro costato nulla almeno sperarvi! La loro colpa più grande non è stata quella di non credere in Dio, quanto quella ritenersi essi stessi dei, di chiudersi aridamente solo in se stessi, nella loro autosufficienza e nella loro autonoma esistenza. E’ questo il peccato contro lo Spirito Santo di cui parlava Gesù, affermando che non sarebbe stato perdonato. Il non voler ostinatamente vedere, la loro irrazionale convinzione della non esistenza di Dio sono stati assecondati e realmente essi, rispetto agli altri, non vedono nulla.

         Ma, perché dici che è irrazionale la loro convinzione? Dio si può forse vedere di persona?

         E’ irrazionale perché se con i soli criteri umani l’esistenza di Dio non può essere provata, applicando i medesimi criteri essa non può però nemmeno essere esclusa.

         E per quelli che vedono la luce in lontananza, cosa sarà?

         Vieni con me e vedrai. Per queste anime la percezione è reale, non è un miraggio, anche se non si tratta di una luce. Nel cammino verso quel bagliore vivranno due condizioni, una di apparente attesa e una definitiva.

         Il Purgatorio e il Paradiso?

         Sì, quelli che voi chiamate Purgatorio e Paradiso.

         E l’Inferno?

         L’essenza dell’Inferno l’hai già vista!

         E dove?

         E’ costituito da quei defunti di cui ti dicevo che non vedono nulla. Dio è troppo buono e non infligge pene. Queste anime vivono semplicemente il nulla assoluto!

         Ma se Dio è così buono, non poteva ammettere anche loro alla Sua presenza, dopo un certo periodo?

         Certo, Dio è la stessa Fonte dell’Amore; ed è un Essere vivente e non statico. Cercherò di risponderti in modo da farti capire: voi esseri viventi percepite solo le cose tangibili. Non potendo percepire Dio in maniera reale, vi ponete continuamente domande del tipo: “Ma perché Dio non si fa vedere?”, “Perché Dio permette questo?”, “Perché Dio non interviene?”. Solo i morti che arrivano alla presenza di Dio ne percepiscono appieno la magnificenza. Ammirando la straordinaria grandezza della Sua Gloria non hanno il benché minimo desiderio o bisogno di chiedergli ragione di niente! Capita anche a voi esseri terrestri quando vi fate domande su una persona importante; ma solo fino a quando non siete alla sua presenza e fruite della sua attenzione e considerazione. Quando un essere viene in contatto con la grandezza di Dio, ne è talmente permeato che non ha più bisogno di altro. In ogni essere vivente c’è il germe di Dio, che si esprime con la piena libertà di autodeterminarsi. Voi in terra sperimentate un po’ questa condizione quando siete genitori: quando i vostri figli nascono, dipendono totalmente dalle vostre attenzioni; poi crescono e diventano altre persone, che vivono coscientemente e autonomamente  la loro vita come credono. Le anime che si escludono dalla presenza di Dio non rinunceranno mai alla loro individualità e alla loro  preminenza. Esse non accetteranno mai che possa esistere Qualcuno maggiore di loro, più grande di tutti, cui sottomettersi. E’ in qualche modo la stessa condizione dei demoni, ancorché questi, come gli angeli, non siano esseri mortali e vivono una condizione diversa.

         Mi sembra abbastanza chiaro. Vuoi dire che c’è un tipo di persona che non cambierà mai perché è rinchiusa talmente in se stessa che non accetterà mai di dare veramente qualcosa del suo o di accettare niente. Non si tratta dunque di una condanna, ma di una scelta?

         Approssimativamente. Adesso concentrati, perché fra poco ti sembrerà di essere in apparente movimento e di vivere stadi differenti cui corrisponderanno emozioni diverse. Ti sembrerà di essere progressivamente lanciato oltre i limiti della materia, dello spazio e del tempo. Anche la tua mente si aprirà a una percezione e a una capacità di comprensione impensabile. Ti sembrerà di essere incamminato verso la pienezza della vita, dove ogni aspirazione, desiderio e immaginazione saranno pienamente appagati. Ti sentirai condurre verso la piena realizzazione, in un universo nuovo, anch’esso liberato da ogni imperfezione, insieme a un’infinità di tante altre anime che saranno nella tua condizione. Anche se aspirazioni, desideri e percezioni, nella tua immutata identità personale, saranno vissute in maniera diversa da quando eri in vita e da adesso. Continuerai a sentirti te stesso ma intriso di una bellezza esteriore e interiore unica e straordinaria. Questa nuova caratterizzazione ti farà vivere in maniera nuova e senza vincoli; come tutte le altre anime. Come quando più ci si avvicina al sole, più si sente calore, allo stesso modo, più ci si avvicina a Dio più si è permeati e si riflette l’immensità della Sua essenza.

 

Comincio ad avere la sensazione di muovermi verso il bagliore, che continua a rimanere quasi impercettibile su un orizzonte lontano. Mentre una quantità di anime si sposta con me e con Raffaela, un’altra quantità resta dov’è. L’emozione è tale da sovrastare il senso del distacco e la compassione per quelli che rimangono indietro per sempre. Non sembra che sia passato un solo momento e già vivo emozioni diverse.  

 

         Ecco, vedi, siamo in quello che potremmo definire il primo stadio: quello della conoscenza o del giudizio.

 

Sento tutti i miei orizzonti mentali spalancati. Non sono agganciato ad alcuna sensazione corporea. Non ci sono limiti fisici. La grande luce sembra appena un po’ meno lontana. E’ talmente ampia la mia capacità d’intelletto che con un sol “colpo d’occhio” riesco a “vedere” chiaramente tutti gli esseri umani concepiti, aborti compresi, tutti i luoghi, tutti gli avvenimenti, tutto ciò che appartiene alla realtà terrena. Percepisco la presenza di quelli che ho conosciuto, le persone care, gli affetti, i parenti, i conoscenti: sono bellissimi!  Un numero strabiliante di anime vive e meravigliose nella loro diversità.

E’ straordinario, riesco a vivere in relazione non con una persona alla volta, ma con tutte contemporaneamente. E tutti con tutti! E riesco a gestire contemporaneamente tutto quello che costituisce vita, conoscenza, sensazioni, emozioni, Amore.  Non un’emozione alla volta, come nella vita terrena, ma tutto nella sua completezza, contemporaneamente.

La conoscenza è piena! Non c’è segreto che non sia noto né avvenimento che non appaia chiaro nel suo svolgimento. La storia del mondo racchiusa in un solo momento! 

Anche la mia capacità di giudizio è cambiata: non sono condizionato da nessun elemento umano, sesso, nazionalità, condizione sociale, cultura; non provo rancori. Non mi sento coinvolto emotivamente in alcun avvenimento se non per le azioni che ricadono nella mia esclusiva responsabilità. Non ho un metro di giudizio e di confronto con gli altri e, d’altronde, non sento la necessità di confrontarmi. E percepisco che anche gli altri hanno la mia stessa piena conoscenza.

Sono consapevole di come siano state le mie azioni e la mia vita rispetto alla Storia. Sono preso da rammarico e da un senso d’inumano sconforto. E poi ho come la sensazione di dimenticare o perdere qualcosa o qualcuno. Un senso indicibile di angoscia mi fa invocare: “Raffaela!”.

 

         Qualcosa è cambiato, vero?

         Sì, ma mi sento angosciato ed è come se mancasse qualcosa!

         E’ proprio così, si tratta di due sensazioni diverse: vuoto e angoscia. Il senso di vuoto scomparirà “lungo il viaggio”. Voi avete visione e conoscenza di tutto quello che è avvenuto sulla terra, ma perderete il ricordo di tutti quelli che non vedono la luce. Per voi sarà come se non fossero mai esistiti. Essi saranno raggiunti da quegli angeli che non hanno riconosciuto Dio: i demoni.

Non sarà l’unica cosa a cambiare. Scompariranno anche tutti quegli elementi, tutti, che angosciano e limitano la vita terrena: il male, l’odio, l’imperfezione, la caducità, la morte. Sarà spazzata via in eterno ogni negatività.

In Paradiso, poi, muterà anche il senso di appartenenza alle persone con cui hai vissuto. I tuoi spazi affettivi, e quelli di tutti, si spalancheranno: non più una o cento persone in esclusiva, ma tutti i viventi contemporaneamente: la tua esistenza e tu stesso diventerete elementi di felicità e soddisfazione per tutti e tutti saranno pienamente e egualmente importanti e necessari per te. E non si tratterà di un sonno o di un riposo eterno! Al contrario si tratterà di un’esplosione di vita, completa e pulsante. Sarà un crescendo continuo e perpetuo senza alcun infinito! Tutti ti diventeranno presenti e cari contemporaneamente, come e molto più della persona più cara che hai avuto in vita. E a tutti vorrai lo stesso infinito bene, essendo ricambiato da tutti. Eppure ciascuno sarà diverso dall’altro e si sentirà appagato dalla propria condizione e dalla diversità dell’altro. Ciascuno riconoscerà naturalmente giusto all’altro il diverso grado di bellezza. Percepirete infine il fulgore particolare della Trinità, e poi degli Angeli, della Madonna, degli Apostoli e dei Santi: non ci sarà più competizione o confronto. Per farti comprendere meglio, è come se ciascuno fosse una cellula di un immenso insieme. Cellule che, pur essendo diverse, interagiscono pienamente senza invidie o gelosie. L’angoscia invece la continuerai a sentire ancora, ma non per sempre: è legata al tuo sentirti imperfetto rispetto a Dio e a ciò cui sei chiamato.

 

Progressivamente entro sempre più in questa nuova dimensione. Ora non c’è più passato. Io sono qui vivo, presente a me stesso; come sempre e anzi molto di più! Mi sento tuttavia impreparato.

 

         Quando ci sarà il giudizio finale?

         Alla fine della storia umana. Tuttavia non si tratterà del Giudizio che v’immaginate. Agli esseri umani sono stati presentati concetti comprensibili, altrimenti non avrebbero potuto capire. Non ci sarà alcun Tribunale. Sarà sufficiente che Dio apra il vostro spirito ad una seppur parziale conoscenza. Si tratta di uno “stadio” simile a quello che hai appena provato. Non sarà perciò Dio a giudicare, ma ciascun essere sarà così perfetto nella conoscenza che si giudicherà da sé pienamente, anche se si trattasse di autoescludersi per sempre dal Paradiso. Fino al punto che ciascuno annullerà completamente ogni e tutte le pretese nei Suoi confronti per conformarsi in tutto alla potenza del Suo Amore. Ma ora preparati, perché passerai al secondo e penultimo stadio, dove terminerà il tuo “viaggio”.

 

Nulla è come prima. Sono in una dimensione priva di pesi e vincoli, in cui non c’è null’altro che, in maniera assorbente e totalizzante, una realtà indescrivibile. Mondi e cieli nuovi. Infiniti colori sono distribuiti in miriadi di tonalità su meravigliosi insiemi di vita pulsanti, interconnessi e intercomunicanti. E che vibranti e coinvolgenti melodie! La capacità di “sentire” e la sensibilità vanno ben oltre i limiti dei sensi e dei sentimenti umani. E quante persone d’incomparabile e piena bellezza. La mia innata voglia di bellezza è pressoché giunta alla sua completa soddisfazione e tutte le mie aspirazioni vicine al soddisfacimento più pieno. Riesco ad avere finalmente percezione chiara di quello che all’inizio appariva come un fievole bagliore all’orizzonte! Anime che appaiono ancora più belle; una vita di relazioni ancora più intense, attive, piene; una realtà aldilà di ogni confine dell’immaginazione umana e anche oltre. Finalmente la Vita! Poi le anime Sante, la Madonna, gli Angeli. Tutti rifulgono di uno splendore e di un’energia d’Amore, da cui sono penetrati, avvinti, magnificati. Non ci sono parole o concetti per esprimere nemmeno parzialmente questa realtà. All’improvviso, per un attimo più breve di un baleno e come se fossi a pochi metri dal sole, percepisco di essere attraversato da una forza senza limiti che, invece di annientarmi e distruggermi all’istante, mi riempie di un’energia vitale, oltre l’irraggiungibile. Intuisco la presenza del Figlio, dello Spirito e del Padre. Ora mi sento finalmente realizzato! Era ciò che cercavo, consapevolmente e inconsapevolmente, dal momento in cui è cominciata la mia esistenza! Un solo fotogramma in cui ho capito a che cosa l’umanità intera è chiamata.

No. No, no! Io non sono degno di tale infinito spettacolo, di questi orizzonti sconfinati, di una pienezza di vita che, penetrata dalla Fonte dell’Amore, non conosce limiti nel divenire sempre più piena, maestosa, splendente, coinvolgente e attiva!

 

         Raffaela!

         Ecco, siamo giunti alla fine del viaggio.

         Sì, ma io non sono degno dell’ultimo approdo. In un baleno ho ripercorso la mia vita: io non mi sento preparato! Ho vissuto nel complesso una vita tranquilla e agiata. Non ho capito nulla di quello che mi aspettava dopo la morte e mi sono legato a tante effimere bellezze e comodità della vita terrena. No. Non mi sento degno. E poi qui c’è una miriade di altre persone che, invece, hanno tremendamente sofferto o non hanno potuto godere nemmeno del privilegio di venire al mondo o di vivere più di qualche giorno: dimenticati e abbandonati da tutti! Esse devono passarmi davanti, io cedo loro il passo con tutto il mio cuore. Aspetterò qui a contemplare quello spettacolo immenso che ho avuto davanti sino a che non sarò pronto, limpido, vero e lindo, per fare in modo che, una volta purificato, nulla di me possa offuscare la bellezza di Dio.

          E’ proprio così. Tu hai avuto la visione di quello che potrà essere il Paradiso. Ed è tale l’incommensurabile portata di ciò che sei chiamato a vivere, che riterrai di doverti ulteriormente purificare ed elevare. Come te tante altre anime, sino all’approdo finale. Questo è ciò che per Voi è il Purgatorio.

         Quando tempo passerà, quando sarà?

         Quando sarà! Non hai sperimentato qui la mancanza di dimensioni temporali?

 

oooOooo

 

         Papà, papà!

 

Chi mi sta chiamando, ora?

 

         Papà, svegliati!

 

Apro gli occhi, infreddolito. Vedo mio figlio. Mi alzo, agitandomi e frizionandomi con le mani per scaldarmi.

 

         Volevi prenotarti uno spazio al cimitero? Ti sei avviato con un po’ d’anticipo.

         Ero un po’ che non ci venivo. Mi sono attardato e non mi sono ricordato che con l’approssimarsi del buio il Cimitero chiudeva.

         Con la vecchiaia cominci a pensare alla morte?

         Vacci piano con la vecchiaia. A sessant’anni si è ancora giovani, anche se sin dalla nascita si è tutti “arruolabili”. E’ pur vero, però, che ai tempi delle scuole superiori uno di trent’anni era per me già vecchio. Giovani e anziani non hanno la stessa prospettiva. Voi guardando davanti avete all’orizzonte la vita, noi la morte. Ed è giusto così. La vita è una ruota che gira per tutti. Molto spesso le incomprensioni fra le diverse generazioni dipendono da queste differenti prospettive, oltre che dalla diversa esperienza. Si tratta di stadi propri della vita: se gli anziani si ricordassero un po’ di più di quando erano giovani e ambo le parti fossero meno egoiste, ci si capirebbe molto di più.

         Sì, ma muoviamoci. Il cimitero a sera tarda non è il massimo. E l’inserviente s’è incazzato come una bestia. Dice che ha suonato lungamente la campanella. Solo quando ha visto una bella mancia, ha stroncato in gola le imprecazioni che gli stavano per uscire. Mentre andiamo verso l’uscita, recita l’ultimo “Eterno riposo” e andiamo via.

         “Eterno riposo”? Non ci penso proprio! Ho fatto un sogno mentre dormivo. La vita dell’aldilà non è un dormitorio e se mi si augurasse un riposo eterno, come recita la preghiera, per me non si tratterebbe del paradiso ma di una pena! Se dobbiamo pregare per i defunti, facciamolo così: “La Gloria del Tuo Regno dona loro, o Signore, e fa risplendere su di essi la luce del Tuo Volto perché vivano per sempre nel Tuo Amore. Così sia.”.

         Amen.

 

                 3 settembre 2010.

 (Rivisto il 5 giugno 2014. Nel frattempo sono scomparse altre persone a me vicine. Esse e tutti gli altri cari seppelliti e dispersi in ogni parte del mondo rimangono ugualmente nel mio cuore).

 

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